MGMT – Oracular Spectacular

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Gli MGMT sono proprio il classico fottuto e odioso esempio di come la fama uccida la musica.

Si può parlare di rock per gli MGMT?
Certamente, sotto la folta coltre di elettro-pop c’è un’anima psichedelica che proviene dal garage più spensierato, filtrato dignitosamente da esplosioni funky mai ridicole.

Però (e questo “Però” pesa tanto) la grandezza di questa band si esprime e si consuma tutta nelle prime cinque tracce del primo album, dopo di che la fama e i soldi si sono divorate ogni residuo di talento del duo di Brooklyn.

Cacchio gente, “Oracular Spectacular” è un signor disco, un esordio* con i fiocchi e i contro-fiocchi. E lo è ancor di più alla luce di recenti sviluppi funky e disco nella musica rock, da Panic Station degli eredi dei KC & the Sunshine Band (i Muse) al nuovo disco di George Clinton ovvero “Random Access Memories” (aka Daft Punk). Ma mentre questi due esempi mainstream sono IL MALE questo primo album dei giovanissimi MGMT era una boccata d’aria fresca.

Comunque se ce l’ho ancora con RAM dei Daft Punk è solo perché prima non mi dispiacevano affatto (e voglio presto recensire la loro discografia in un solo post presto o tardi), ma il loro ultimo album è quanto di più anacronistico e commerciale (nel senso peggiore del termine) che abbia mai posato la sua plastica sul mio piatto.

Tornando a noi: cosa c’era di giusto in “Oracular Spectacular”?
Tutto! Dal sound dell’album ai singoli pezzi un album d’esordio così è solo da incorniciare.

Peccato che sia stato seguito da “Congratulations” (2010), che io acquistai con la scratch cover, l’unica vera sorpresa di un disco piatto e senz’anima, e dal nuovissimo “MGMT” (2013) che forse nella loro testa doveva essere considerato come un nuovo inizio ed invece si è rivelato essere la definitiva pietra tombale sulla band.

Il problema di recensire album così è che inutile spenderci parole a caso citando altre band o ripercorrendo a ritroso le influenze che lo hanno generato, “Oracular Spectacular” è semplicemente un buon disco, ma che raffrontato a questa nuova tendenza funky (a volte mascherata tramite la dubstep altre dall’elettronica) si rivela come un piccola profezia scevra di ogni inflessione data al mercato o dalla moda.

  • Pro: psichedelici, moderni, festosi, mai idioti o esageratamente scontati.
  • Contro: la differenza tra le prime cinque tracce e le seguenti cinque è abissale.
  • Pezzo consigliato: Weekend Wars.
  • Voto: 7,5/10

*in realtà il loro primo album sotto il nome di The Management è “Climbing to New Lows”, assai dignitoso anche se senza la maturità acquistata successivamente, ma il progetto MGMT oltre al rinominarsi si pone anche delle coordinate che potenzialmente potevano regalarci album più che discreti. Peccato.

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