Fuzz – Fuzz

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Secondo voi davvero mi sarei fatto sfuggire l’ultimo album di Ty Segall, anche se mascherato da side project?

Solo che più va avanti il californiano e meno parole si trovano per descrivere la sua musica. Invece che raffinarsi il buon Segall sta regredendo alle sembianze di un cavernicolo, andando a ripescare suoni e sensazioni di fine anni ’60 inizi ’70.

Mollata la sindrome post-depressiva di “Sleeper” (2013) e senza ricercare i furori lancinanti di “Slaughterhouse” (2012) questa volta il californiano prende le bacchette e si appropria della batteria sempre con la solita classe che lo compete, suonando come un dannato cane (e ci piace proprio per questo!).

Lasciando che sia Moothart (il bassista normalmente) a prendere le redini della chitarra solista il sound spregevole di Segall vira decisamente sulla psichedelia e l’hard rock. Eh, ma mica quella roba alla Time con White Fence che abbiamo assaporato tra alti e bassi in “Hair” (2012), qua si gioca pesante sul serio.

Le evoluzioni psichedeliche dei Blue Cheer incontrano la lentezza e la mastodonticità dei Black Sabbath, copulando in una bella ammucchiata a tre con gli Hawkwind, poche orette di jam dopo partoriscono i Fuzz.

Che c’è da dire? Riff su riff che si susseguono con micidiale ineluttabilità, Segall pesta sulla batteria come un bambino arrabbiato, Charles Moothart spara migliaia di decibel contro un pubblico attonito, Roland Cosio smanaccia su un basso le cui note non si colgono con precisione, ma le ripercussioni telluriche sono notevoli.

Sminuito dai poveri miscredenti che si stanno menando forte il cambio con esperimenti noise e sull’ultimo disco di Chelsea Wolfe, questo ennesimo atto di terrorismo sonoro perpetuato da Segall è quanto di più rock si possa chiedere ad un essere umano. Non mangerà pipistrelli, ma è pur sempre un figlio del buon Satana.

Stanotte sacrificate i vostri dischi dei Radiohead al caro Satana e al suo figlio primogenito: Ty Segall.

  • Pro: poche cose uscite di recente, a tutto volume, fanno tremare la terra come questo album.
  • Contro: beh, a parte il sound hard, il rock infernale e i riffoni da erezione perpetua, non c’è altro.
  • Pezzo consigliato: Fuzz’s Fourth Dream.
  • Voto: 7,5/10

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