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Wilma Vritra – Burd

Etichetta: Bad Taste
Paese: UK
Pubblicazione: 2019

Questa è la prima recensione hip-hop della mia vita, arrivata dopo che gli anni di ascolti e studio si sono abbastanza stratificati per farmi credere di poter sputare sentenze anche su questo genere. Inoltre ho scelto questo album per battezzarmi perché non c’è unanimità sul suo valore, e forse anche per questo in Italia se ne è scritto poco.

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Epépé – Epépé

Etichetta: uscito via Bandcamp
Paese: Francia
Pubblicazione: 2019

“Epépé” è tutto quello che “More” e “Obscured by Clouds” volevano essere ma non sono stati. No, non è una colonna sonora, ma riesce perfettamente nell’evocare scorci e vicoli di un magico paesino di provincia, e come se fossimo dei novelli Lancelot Edward Forster ci perdiamo in notti eterne dentro locali immaginari.

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Free Weed – Tumbleweeds

Etichetta: Gnar Tapes
Paese: USA
Pubblicazione: 2019

Che il buon vecchio Erik Gage potesse sfornare un gioiello del genere non m’era mai passato per l’anticamera del cranio. Conosciuto anche come Rikky Gage, il nostro è membro fondatore di White Fang e dei The Memories, e nel tempo libero è anche uno dei volti più riconoscibili della Gnar Tapes, piccola etichetta affiliata alla fu Burger Records, un covo di scappati di casa senza arte né parte, capaci di far uscire alcuni degli album più demenziali di tutta la scena garage surf americana, gran parte dei quali firmati da Unkle Funkle e Free Weed, ovvero Eric Gage. Free Weed è un fanatico della marijuana, la quasi totalità delle sue comparse alla mitica Gnar TV così come negli album e nelle collaborazioni con altri musicisti, sono tutte all’insegna di questa sua passione insaziabile. 

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Perché “Blackstar” di David Bowie non è l’album del decennio

Chi mi legge da un po’ lo sa che ritengo Ondarock una sorta di Novella 2000 della critica rock ma con le pretese intellettuali di essere i Wu Ming del rock, il che forse è anche vero nell’intensità furiosa dell’atto masturbatorio.

Ma proprio come Novella 2000 anche Ondarock talvolta cede il proprio ruolo di (pubblico) sguardo indagatore delle forme soggiacenti nell’arte, di fronte alla caducità della vita. Per cui, come qualsiasi quattordicenne che si rispetti, se ti crepa il tizio di cui sono tappezzate le pareti della tua cameretta, il senso del giudizio va a farsi benedire ed entra in scivolata sulle caviglie IL SENTIMENTALISMO. È morto il re! viva il re!

Però a noi il sentimentalismo fa cagare, per cui eccovi il nuovo amarissimo video sul perché “Blackstar” non potrebbe mai e poi mai essere considerato come il disco del decennio.