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Big Black Baby Shoes

Un racconto di: Rosinski
dyingbreed
Last Of A Dying Breed

Due ragazzi alti, neri, i tendini in rilievo, sul marciapiede avanzavano a lunghe falcate. In verità era il mondo a muoverglisi sotto i piedi, era l’allegro tapis roulant del pianeta sballo; il loro, l’incedere degli dei della burla.
Stavano andando a rapinare un negozio di aragoste, com’è dolce la vita.
D’un tratto una bionda figura femminile sbucò da un angolo, il volto di un angelo. Fece cenno con l’indice di avvicinarsi, ma poi scomparve dietro il muro del palazzo. I due si guardarono un momento, giusto per sincerarsi di non star sognando. E il mondo si mise a ruotare verso il nuovo obiettivo, un caldo corpo d’estate.
Seguendo la scia purpurea che si lasciava dietro, i gemelli braccarono la preda fin dentro ad un condominio diroccato. Fa freddo nel deserto, di notte.
Dopo una rampa di scale, una porta si spalancò. 
Ecco la ragazza, li invitava ad entrare: short corti e una maglietta che evidenziava i suoi seni turgidi. Non ci sono case di riposo per cavi dell’alta tensione scoperti, se capite cosa intendo.
I vincenti varcarono la soglia ed erano lieti, cortesi quanto eccitati, ma…
”Ehi ma questa è casa nostra!” esclamarono i due.
“Non ci fare caso, te lo spiego dopo. Bel tipo, perché usi il plurale maiestatis?” chiese lei.
“Eh? Siamo io e mio fratello. Spero che siate almeno in due…” La ragazza lo guardò strano.
“Sei solo tu, qui. È il tuo ego che ti gioca brutti scherzi, per questo vedi te stesso ovunque”
“Ok come vuoi. Ora mi spieghi perché siamo in casa mia?” chiese il ragazzo spazientito.
“Perché sono tua madre”
“Impossibile. Io sono nero”
“Preferisci credere che il tuo ego sia così grande da proiettare un tuo gemello nella realtà, o che il nostro legame di parentela renda ignominiosamente edipico l’accoppiamento?”
“Devo per forza scegliere? E poi che c’entra, non sussiste correlazione fra questi due fatti!”
Il ragazzo era confuso, la ragazza no.
“Andiamo a letto”
“Ok”
E fu così che il negozio di aragoste non fu rapinato.
Il ragazzo si chiamava Steve.