Etichetta: Nonesuch Paese: USA Pubblicazione: 2020
Quando un artista arriva al dodicesimo album e questo è pure palesemente un passatempo, il rischio che sia una schifezza così raccapricciante da rivalutare persino “How to Dismantle an Atomic Bomb” è del 99%. Ma per Stephin Merritt e i suoi Magnetic Fields le cose sono andate piuttosto bene, e “Quickies” è un disco che merita di essere ascoltato, apprezzato e (perché no?) amato dissolutamente.
Etichetta: Gnar Tapes Paese: USA Pubblicazione: 2019
Che il buon vecchio Erik Gage potesse sfornare un gioiello del genere non m’era mai passato per l’anticamera del cranio. Conosciuto anche come Rikky Gage, il nostro è membro fondatore di White Fang e dei The Memories, e nel tempo libero è anche uno dei volti più riconoscibili della Gnar Tapes, piccola etichetta affiliata alla fu Burger Records, un covo di scappati di casa senza arte né parte, capaci di far uscire alcuni degli album più demenziali di tutta la scena garage surf americana, gran parte dei quali firmati da Unkle Funkle e Free Weed, ovvero Eric Gage. Free Weed è un fanatico della marijuana, la quasi totalità delle sue comparse alla mitica Gnar TV così come negli album e nelle collaborazioni con altri musicisti, sono tutte all’insegna di questa sua passione insaziabile.
Etichetta: Bubca Records
Paese: Italia
Pubblicazione: 1 Ottobbre 2017
Ho già dovuto mettere il piumone. Avrei una voglia matta di whiskey e sono solo le 9:21 del mattino. Non ho un lavoro, ma quasi, quel quasi che un giorno è euforia e quello dopo paranoia. Tutti ottimi motivi per ascoltarsi dalla mattina alla sera le cinque tracce di “Activation” di Bo Loserr.
Qualche mese fa, colpito da un delirio ormonale, ho presentato alla radio ShitKid, una tipaccia svedese dalle sonorità garagiste-vaporwave, ma quello che forse stavo cercando non era il caldo abbraccio della nostalgia ma il freddo e asettico gusto di una drum machine. Bo Loserr ha una faccia da schiaffi, a vederlo sembra un ragazzino della suburba in fissa con King Krule senza alcuna voglia di alzarsi dal divano, eppure stranamente la sua musica racconta tutt’altro, senza che per questo mi faccia cagare. Anzi.
Il ritmo e il timbro quasi chiptune di Dads mi colse del tutto impreparato la prima volta che la ascoltai, dato che conoscendo l’etichetta pensavo fosse il solito punkettone sfatto in salsa garage. Le uscite della Bubca Records, volutamente fuori da ogni logica di ricerca intellettuale, sono sempre dannatamente intelligenti. Le stesse sensazioni di congelamento e paralisi adolescenziale (tipiche ormai fino ai 30 anni abbondanti) che caratterizzano una gemma del pop australiano come “Around the House” dei Chook Race, in questo breviario di Bo Loserr, che adesso scorre di sottofondo mentre scrivo, vengono esposte con una immediatezza che fa male.
«Everything feel alright without you.» Litiga col patrigno Bo Loserr, che lo sfida senza pudore: «You are a tough guy, ah? C’mon, show me how tough!» La musica si spezza, si apre un varco che Bo Loserr sa di non riuscire a descrivere tramite una composizione, ma vuole comunque mantenere quell’urgenza nel modo più chiaro e puntuale possibile. E così ci ritroviamo ad ascoltare uno pseudo-estratto da una lite, immerso nel rumore più sterile che abbiate mai sentito.
Registrato male, senza soluzione di continuità da un pezzo all’altro, questo strano EP sembra uscito fuori da una qualche oscura collezione in chissà quale cantina.
Dopo qualche giorno di ascolto serrato mi sparo anche un video, montato da quel bastardo di Tab_Ularasa (il testone dietro la Bubca Records e tanti altri progetti di cui abbiamo largamente discusso QUI), e non sono rimasto per nulla sorpreso che il pezzo scelto fosse proprio quell’Activation che dà il nome all’EP e da cui ho preso le citazioni sopra.
Il video è un ri-montaggio di un vecchio documentario della RAI ripescato da una VHS, probabilmente sull’antico Egitto o sugli scarabei. Tab seleziona alcune scene di vita di uno Scarabaeus sacer, l’insetto coprofago tanto caro agli antichi egizi, presentato nella sua banale quotidianità, dove si lotta tutti i giorni per un la propria merda, portandosela a giro e cumulandone sempre di più. Insomma, quella vecchia volpe di Tab vuole spingere proprio su questa interpretazione di Activation, sull’accumulo. Quello che ci definisce è anche tutta la merda che ci portiamo dietro senza però spargerla a giro, il carico di bagagli emotivi fatto però di odio, risentimento, litigi, sconforto. Verso la fine il video sembra che abbia le convulsioni, i micro movimenti avanti-indietro dell’ambiente denunciano una febbre sopita, un’energia nascosta, un sole imprigionato.
L’alcolismo adolescenziale, la funzione catartica della musica rock, il rifiuto della figura paterna: Bo Loserr ben lungi dal voler essere il cantore di una generazione, descrive il suo mondo, la sua piccola realtà, la sua microscopica fotografia di un atomo e degli elettroni che di girano attorno, con il piglio di uno che si alza tutte le mattine scavando.