
Compagni di merenda di Mr. Elevator & The Brain Hotel, Froth, Wyatt Blair e Adult Books i Corners sono una realtà molto interessante, figli anch’essi della Lolipop Records, piccolissima etichetta con grandissime idee.
Tre quarti della band sono ingeneri del suono (Billy Changer addirittura della stessa Lollipop), e la cosa potrebbe stupirvi non poco ascoltando “Beyond Way” il loro esordio del 2012, registrato così male da sembrare un’offesa al buon gusto, ma questi quattro ragazzi invece la sanno proprio lunga.
Più che garage il loro è un post punk che strizza l’occhio ai Gun Club (anche se il loro punto di riferimento sono i Velvet Underground), che si esprime in vibrazioni, echi di suoni, rimandi appena sfiorati e melodie drammatiche (il peso di J.T. IV sulla scena californiana è davvero pazzesco, finora del tutto ignorato dalla critica).
Infatti l’album in questione non vive di pezzi singoli che risaltano, o di hit da classifica, è piuttosto un viaggio nella Los Angeles dei Corners. Bad Habits esprime bene questo concetto, con quelle voci in sottofondo del tutto ignare della musica sempre più rumorosa e rabbiosa.
Chiazze di rockabilly e surf rock si scorgono in quello che verso The Greatest ormai ci sembra un sogno. Ma sono tutte impressioni, idee buttate qua e là modellate con una saggezza e una precisione micidiale, che nell’impatto generale sfugge.
Certe volte sembra quasi di sentire dello shoegaze come in Give me a Reason, ma la faccia tosta da punkers casinisti non scompare dietro ad un wall of sound, potete scommetterci.
La relazione tra liriche e musica è assolutamente notevole, considerando che in questi tempi si scarseggia un po’ di qualità nei testi (Ty Segall, Jeffrey Novak, Cronin, siete tutti colpevoli) a metà tra Brian Jonestown Massacre e Nun. Questi Corners sono favolosi, pezzi come Beyond Way sono talmente perfetti da fare male. È come ascoltare la voce dannatamente inadeguata eppure espressiva di J.T. IV in Out of the Can.
Fidatevi, i Corners sono molto più di quello che sembrano.
Non ho citato i Nun a caso, data la deriva elettronica del nuovo album uscito a Giugno di quest’anno (e qui si sente prepotentemente l’influenza di Billy Changer sulla band, se vi va ascoltatevi se ci riuscite “2 in 1” firmato Tracy Bryant/Billy Changer) , un capolavoro new wave con i contro cazzi di cui avremo modo di parlare un’altra volta.