Quando aprii il blog nel 2012 sapevo già che avrei voluto sperimentare tutti i linguaggi contemporanei della critica. Feci un tentativo di vlog nel 2014, ma nel frattempo la vita offline chiamava e il tempo di sperimentare era poco. Nel 2017 coniai assieme al mio mentore un podcast che si chiamava per l’appunto Ubu Dance Party, andavamo in onda su RadioValdarno e poi lo caricavamo su Mixcloud. Quelle poche puntante furono incredibili, una corsa a perdifiato, che tra traumi e riprese si concluse nel natale di quello stesso anno. Dopo qualche video per prendere le misure col mezzo, nel 2022 è cominciata la programmazione settimanale di Ubu Dance Party su YouTube, quello stesso anno arrivò anche la Targa dei MEI come miglior blog di critica musicale in Italia, esattamente dieci anni dopo la sua rocambolesca apertura. Considerando la mia testardaggine non mi stupirei se tra qualche anno Ubu Dance Party diventasse un programma in diretta su un altro piano della realtà, con il mio avatar in stile The Sims e il cartonato di Albano come unico fondale.
Grazie a tutti quelli che hanno condiviso questo folle percorso e grazie a chi lo ha scoperto oggi e vuole proseguire con noi.